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 SPAZIO   PSI

 Studio di Psicologia e
 Psicoterapia - Roma

 Dott.ssa Ida Lopiano e
 dott. Arturo Mona,
 psicologi - psicoterapeuti

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La relazione genitori/ figli

La relazione genitori figli è un processo dinamico che viene costruito durante tutto l'arco della vita, e al quale sia i genitori che i figli partecipano attivamente, in modo piu o meno consapevole.

La relazione è caratterizzata da aspetti multidimensionali, che comprendono la comunicazione, l'affettività, l'ascolto, ecc; e risente dei processi evolutivi, sociali e comunicativi.

Fin dalla nascita (e già a partire dal concepimento e dallo sviluppo del feto), i genitori modellano il comportamento dei propri figli attraverso l'invio di messaggi verbali e non verbali, che vengono codificati, rielaborati e interpretati dai figli. Ovviamente il bambino avrà modo di ampliare i propri schemi cognitivi interagendo con i diversi contesti scolastico, sociale, ecc., che contribuiranno alla strutturazione della sua personalità. E' pertanto di primaria importanza la consapevolezza, da parte del genitore, dei messaggi (di svalutazione e critica, o di rinforzo e incoraggiamento, ecc.), che invia al proprio figlio, affinchè possa potenziare le proprie competenze comunicative nella relazione.

La consapevolezza della propria modalità comunicativa, la capacità di ascolto rispetto ai bisogni del  figlio, l'apertura al dialogo e la capacità di trovare alternative nell'esercitare il potere/controllo, sono risorse fondamentali nell'esercizio di una genitorialità adeguata.

A tale scopo l'intervento psicologico rivolto ai genitori o ai figli può essere di aiuto alla relazione se focalizzato sul potenziamento delle competenze comunicative e sul riconoscimento/consapevolezza delle modalità di comunicazione poco funzionali e inadeguate messe in atto nella relazione, soprattutto se la relazione riguarda la fase di sviluppo dell'adolescenza che, di per sè,  rappresenta un momento delicato che mette a dura prova la comunicazione.

Il lavoro con i genitori ha quali biettivi principali:
- Aiutare il genitore ad accogliere, accettare, comprendere i bisogni del bambino o dell'adolescente piuttosto che svalutarli o negarli
- Aiutare il genitore a comprendere e riconoscere i propri bisogni ed emozione, affinchè possa adeguatamente distinguerli da quelli del figlio
- Aiutare il genitorre a riconoscere e a potenziare le proprie competenze comunicative e ad utilizzarle adeguatamente nella relazione con il figlio
- Aiutare il genitore a “mettersi in discussione” come soggetto capace di fornire sicurezza e di rispondere ad una emozione negativa con una di segno positivo.
- Aiutare il genitore a Comunicare in modo efficace. Nel dialogo con il figlio è importante per il genitore utilizzare modalità comunicative di tipo genitoriale affettivo positivo e di tipo genitoriale normativo positivo; è importante  cioè ACCOGLIERE ANZICHE’ SVALUTARE/CRITICARE:

Dal Genitore affettivo positivo:
- offrire aiuto da una posizione di empatia e non giudicante o svalutante.
- dare permessi, conferme e riconoscimenti
- essere empatici: saper cogliere e comprendere il mondo esperienziale del figlio e saper comunicare a quest'ultimo tale comprensione
- accettare in modo incondizionato (ad esempio: “ti voglio bene”, e non “ti voglio bene perchèhai dei bei voti a scuola”.

Dal Genitore normativo positivo:
- mostrare o dire come fare bene le cose, fornire regole coerenti e nello stesso tempo flessibili. Potenziare la propria capacità di negoziazione delle regole, soprattutto nella relazione con il figlio adolescente.
- fare interventi non svalutanti: identificare e interrompere transazioni che rinforzano/sostengono operazioni o comportamenti passivi

Il lavoro con bambini e adolescenti.
L'obiettivo generale è quello di promuovere l'espressione di sé, la costruzione di autostima positiva e l'assunzione di strategie comportamentali utili per esprimere al genitore le proprie richieste di rassicurazione e sostegno. In particolare occorre aiutare il bambino/adolescente a conoscere e comprendere i propri vissuti, sensazioni, sentimenti, atteggiamenti, fantasie legate alle paure, ai propri bisogni e desideri; a conoscere le proprie emozioni, la loro funzione e il loro significato, e a comunicarle al  genitore imparando a individuare segni di disponibilità.

Ida Lopiano © 2007